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Più sostenibili delle mascherine monouso, le mascherine lavabili (mascherine di comunità) hanno lo scopo di limitare la trasmissione di agenti infettivi. Perché siano utili devono avere una buona capacità filtrante e consentire di respirare con facilità. Se però non coprono ampiamente naso e bocca, fin sotto il mento, aderendo bene al volto, anche le mascherine più efficaci diventano completamente inutili.
Sono state indispensabili nella prima fase della pandemia data la scarsa disponibilità dei dispositivi medici e dei DPI, sono una scelta che ci consente di limitare l’uso di prodotti usa e getta, ma i risultati del nostro test mostrano che dal punto di vista della protezione e dell’impatto ambientale ora la soluzione migliore è utilizzare una mascherina chirurgica usa e getta e lavarla anche 10 volte. Per chi comunque preferisce i prodotti in tessuto, il mercato offre tantissime tipologie di mascherine, differenti per materiali usati, fattura e foggia. Non esistono a priori mascherine o tessuti più efficaci: tra i prodotti che ottengono un giudizio globale ottimo nel nostro test sulle mascherine di comunità lavabili ne abbiamo sia in cotone che in materiali sintetici; con pieghe e senza cuciture; modelli con elastici che passano dietro le orecchie o che si fissa dietro la testa. Insomma, ce n’è per tutti i gusti.
La capacità di bloccare le goccioline di saliva e la respirabilità dipendono infatti sia dalla compattezza del tessuto utilizzato, sia dal numero di strati di tessuto impiegati. L’utilità della mascherina è infine influenzata dalla foggia, da alcuni dettagli costruttivi e dalla vestibilità, che dipende a sua volta dalla morfologia del volto e della testa di chi la indossa. Questi ultimi fattori sono importanti quanto i primi: una mascherina che non copre bene il volto perde tutta la sua efficacia, anche se elevata.
Dal nostro test emerge che non è possibile identificare a priori quali prodotti abbiano le prestazioni migliori di filtrazione infatti le troviamo per maschere di tutti i tipi (singolo strato di tessuto elastico; doppio o triplo strato di tessuto non elastico; singolo strato a pieghe…) invece, si nota come le maschere con cucitura centrale abbiano risultati di filtrazione minori. Questi prodotti infatti possono presentare una debolezza nelle prestazioni a causa della cucitura.
Perché il prodotto resti ben fermo ci possono essere elastici da posizionare dietro alle orecchie anche regolabili oppure elastici o lacci da mettere dietro la testa. Inoltre ci sono modelli anche con il ferretto a livello del naso che aiuta a far aderire meglio la maschera ed è fondamentale per chi porta gli occhiali. Lo spessore e la morbidezza degli elastici sono importanti, sia per il comfort, sia per la facilità di “aggiustarne la lunghezza” con dei nodi (un nodino sugli elastici che passano dietro alle orecchie o alla nuca ne assicura una miglior adesione al viso; la rotazione dell’elastico a livello della guancia può permettere di adattare una maschera troppo grande ad un viso piccolo).
In alcuni modelli con laccetti retroauricolari, la lunghezza potrebbe essere regolabile: attenzione, però, perché può accadere che il sistema di regolazione dia fastidio, oppure confligga con la stanghetta degli occhiali o con l’apparecchio acustico. In alternativa esistono i prodotti che hanno elastici più lunghi che passano dietro la testa e la nuca o ancora bindelle in stoffa da annodare. Generalmente meno pratici, in uno dei prodotti del test le fasce che passavano dietro la testa coprivano il padiglione auricolare rendendo difficile l’ascolto.
Non c’è un modello che sia in assoluto migliore di un altro, l’importante è che il prodotto vesta e copra per bene naso e bocca, aderisca bene al volto senza lasciare spazi evidenti, non sia troppo pesante, consenta di respirare bene. Ovviamente non è possibile provare la mascherina prima dell’acquisto, ma individuato il modello che fa per noi è più facile orientarsi ed eventualmente adattarle per aumentarne comfort ed efficacia.
Nel nostro test ci sono prodotti venduti singolarmente, altri che contengono 2 mascherine, altri in confezioni multiple e hanno un prezzo unitario compreso tra 2.15€ e 10€: in media paghiamo poco meno di 5€ per una mascherina lavabile.
Importante da valutare non è solo il prezzo della singola mascherina ma anche il costo per utilizzo (che è funzione del numero di lavaggi indicati in etichetta).
Nel nostro campione, i prodotti più economici sono quelli che garantiscono un elevato numero di lavaggi, il che è un vantaggio anche in termini di produzione di rifiuti. Abbiamo diversi prodotti che garantiscono almeno 30 lavaggi: si tratta quindi di prodotti che possono essere utilizzati per un intero mese anche lavandoli tutti i giorni.
Molti prodotti purtroppo non hanno indicazione sul numero di riutilizzi. Per la valutazione del costo dei prodotti che non davano indicazione sul numero di lavaggi consigliati abbiamo considerato un numero di lavaggi pari a 5 che è il numero di lavaggi da noi eseguito per verificare le prestazioni dopo il lavaggio.
Alcuni prodotti del test hanno un costo a utilizzo di pochi centesimi di euro: questi prodotti consentono di risparmiare rispetto alle mascherine usa e getta sia singole che acquistate in pacchi da 50 o 100. Utilizzando regolarmente una mascherina lavabile che consente un elevato numero di lavaggi si può risparmiare circa 5 euro al mese rispetto all’acquisto di mascherine usa e getta (anche considerando i prezzi più competitivi dell’acquisto on line).
Attenzione ai lavaggi: un numero eccessivo di utilizzi può infatti inficiare l’utilità della mascherina, riducendone le prestazioni, ma i nostri test eseguiti anche sulle mascherine usa e getta mostra che filtrazione e respirabilità sono generalmente stabili. Oppure è possibile che gli elastici perdano di elasticità e quindi la mascherina aderisca male al volto, rendendola inutile. In questo caso è necessario cambiare il prodotto o sostituire gli elastici.
La mascherina va infine sostituita quando il lavaggio non le restituisce pulite, non vestano più bene, presentino difetti rispetto alla condizione iniziale. Altrimenti, si corre il rischio di non proteggere più né gli altri, né se stessi.
Per garantire la rimozione di eventuale virus e batteri basta comunque un lavaggio in lavatrice a 30 °C, insieme al resto del bucato, oppure un lavaggio a mano in acqua calda con poco detergente. Non occorrono disinfettanti e igienizzanti.
Ad oggi in Italia non esistono certificazioni che attestino la qualità e l’efficacia delle mascherine lavabili.
L’utilizzo di mascherine chirurgiche usa e getta non è sostenibile a livello ambientale ed è impegnativo anche a livello economico.
Se non si ci si trova in ambito sanitario (ospedali, ambulatori) o in una situazione nella quale si rischia di essere a lungo in contatto con persone malate, una buona mascherina di stoffa lavabile può fornire un livello di protezione adeguato.
Le ultime mascherine che abbiamo portato in laboratorio garantiscono efficacia comparabile a quella delle mascherine chirurgiche.;
I parametri principali per valutare la qualità di una mascherina sono la capacità di filtrazione, la respirabilità e la vestibilità.
L’efficacia di una mascherina è valutata in primis per la loro capacità di filtrare goccioline di saliva (che possono contenere virus e batteri) o particelle di polveri, della dimensione di 3 micron.
Il parametro è definito “efficienza di filtrazione batterica”, poiché il metodo prevede che la funzione di barriera dei materiali della mascherina sia testata misurando la capacità di bloccare il passaggio di goccioline di 3 micron contenenti batteri (prodotte in numero e modalità ben definite). Il parametro è espresso in percentuale (per esempio, “maggiore del 90%”). Abbiamo ritenuto sufficienti mascherine che blocchino almeno il 70% delle goccioline, buone se bloccano almeno ll’80% e ottime se ne bloccano almeno il 90%. Queste soglie sono state scelte consultando le norme tecniche delle mascherine chirurgiche e le prassi di fabbricazione che raccomandano alle mascherine di comunità alcuni requisiti minimi di performance.
La respirabilità (in alcuni casi definita anche traspirabilità) è il parametro che misura la permeabilità all'aria della maschera, cioè quanto facilmente l’aria la attraversa. Viene misurata determinando la differenza di pressione attraverso la maschera in condizioni di flusso d'aria, temperatura e umidità definite e costanti.
Attraverso questo test valutiamo la resistenza che la mascherina oppone al flusso d’aria e quindi la pressione che l'utente deve esercitare per poter respirare dalla maschera: in sostanza, la “fatica” che si fa per respirare.
Se la mascherina non fa respirare bene, vuol dire che quando la si indossa la respirazione passa, invece che dal tessuto filtrante, attraverso le fughe della mascherina. Inoltre, chi indossa la mascherina sarà portato a indossarla in modo non corretto (sotto il naso, non ben aderente al volto) o a toglierla più spesso, perché potrebbe sentirsi “affaticato”.
Abbiamo considerato “buone” le mascherine con respirabilità il cui valore fosse inferiore ai 40 Pa/cm2 (valore di riferimento per le mascherine chiurgiche usate per i pazienti) e accettabili quelle con valore inferiore ai 60 Pa/cm2 (riferimento per le mascherine chirurgiche usate dai chirurghi). La valutazione ha tenuto conto che il documento di consenso del Comitato Europeo per la normazione consideri accettabili valori fino a 70 Pa/cm2.
La vestibilità e il comfort dipendono non solo dalla mascherina, ma anche dalla morfologia del viso e del cranio della persona. La mascherina deve aderire bene al volto, coprire naso e bocca, non lasciare spazi a livello delle guance o sui lati del naso. Deve essere comoda da portare, non tirare o stringere, non scivolare, perché una volta indossata non dovrebbe essere toccata, sistemata, abbassata.
Verificare se è presente e chiara l’indicazione della tipologia di mascherina e delle norme di riferimento: ad esempio, deve essere chiaro che si tratti di una mascherina di comunità/collettività, non di un DPI (dispositivo di protezione individuale, come invece sono le maschere FFP2) o un DM (dispositivo medico, come invece sono le mascherine chirurgiche).
L’indicazione del numero di lavaggi è fondamentale. La durata della mascherina e il costo d’uso dipendono da questa informazione.
Importante anche le corrette indicazioni di lavaggio (Per garantire la rimozione di eventuale virus e batteri basta comunque un lavaggio in lavatrice a 30 °C, oppure un lavaggio a mano in acqua calda con poco detergente. Non occorrono disinfettanti e igienizzanti. Basta poi asciugare all’aria aperta).
Alcuni prodotti possono essere candeggiati e stirati (questo può ulteriormente garantire sanificazione, ma non sono trattamenti necessari).
Indicazione sulla taglia: molti prodotti sono taglia unica, senza cuciture, in tessuti particolarmente elastici che sono più adattabili alle diverse morfologie. Vi sono però mascherine in cotone o TNT dove sono le pieghe a garantire la vestibilità e dove le dimensioni della mascherina sono rilevanti per una vestibilità corretta: abbiamo trovato prodotti molto grandi, che possono essere utili per gli uomini, specie se dotati di barbe voluminose, ma che risultano troppo grandi per le donne e, viceversa, prodotti piccoli, stretti anche sul viso di ragazzi; in questo caso una indicazione sulla taglia (uomo oppure donna/ragazzo) sarebbe stata opportuna.
Chiamaci Dal lunedì al venerdì 9.00-13.00 / 14.00-17.00
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